Per dirla con Magritte, "questo non è un libro". ...ma neppure un sito o un motore di ricerca; eppure contiene tutto ciò e altro ancora.
Quello che state sfogliando è un sito conteni-tore, ovvero un dominio creato al solo scopo di ospitare siti gestiti dalle stesse persone e dedicati allo stesso tema; e se volete, potete collaborare anche voi. Perché queste pagine non sono qui per parlare di cultura, ma per fare cultura.
CulturaOtaku.it affonda le sue radici nell'attività dell'Ataru Moroboshi Fan Club di Torino, fondato nel 1991, di cui potete scoprire ogni segreto nel relativo sito. All'inizio, il contenitore per le sue molteplici iniziative su internet si chiamava "Forza Otaku" (quando ancora si potevano fare giochi di parole fine a sé stessi senza rischiare di essere etichettati o linciati...), e tra le varie sezioni si trovava "Il Grande Libro degli Otaku" di cui questo sito è la diretta evoluzione.
Scopo fondamentale di entrambi questi libri virtuali è raccogliere in modo or-ganico una documentazione dei vari aspetti della cosiddetta "cultura otaku"; tale materiale sarà quindi conservato in un futuro centro di documentazione.
La cultura "otaku" Difficilmente, chi è nato e cresciuto dagli Anni Sessanta in poi ha potuto sot-trarsi
all'influenza dei cartoni animati giapponesi; come già avvenne per l'enorme presa della
cultura americana - primo frutto evidente della globalizza-zione - questa nuova "contaminazione
culturale" è stata accolta nel nostro paese con entusiasmo dalle nuove generazioni e con
forti critiche (e si-stematici ricorsi alla censura) da parte di quelle precedenti.
La "cultura otaku" è appunto il frutto della rielaborazione da parte degli italiani di
modelli, stili e comportamenti provenienti dal Giappone attraverso anzitutto il cinema d'animazione.
Queste pagine intendono dimostrare che non si tratta affatto di una "subcultura" ma di una vera
corrente artistica degna di rispetto.